Attività Clinica

DISTURBI D’ANSIA

L’ansia è una condizione di penosa aspettativa di un pericolo o una minaccia associata ad un sentimento di inadeguatezza.
L’ansia è sentita e descritta su diversi piani: somatico, emotivo e cognitivo. Di durata variabile, può persistere per anni, anche se con intensità variabile. La pressione arteriosa e la frequenza cardiaca risultano aumentate, vi è iperidrosi e un aumento del flusso sanguigno nei distretti muscolari. I contenuti mentali sono orientati ad uno stato di preoccupazione considerata da soggetto stesso come eccessiva ed esagerata.

ATTACCHI DI PANICO

Gli attacchi di panico sono episodi acuti e improvvisi di ansia. Generalmente l’attacco di panico ha tre profili di sintomatologia somatica: quello cardio-respiratorio ( con dispnea, senso di soffocamento, costrizione alla gola, tachicardia, oppressione toracica), quello gastro-intestinale (nausea, dolori addominali, diarrea), e quello neurologico (senso di sbandamento, vertigine, parestesie, manifestazioni di depersonalizzazione/derealizzazione). L’attacco può manifestarsi nella veglia o nel sonno.

DIPENDENZE AFFETTIVE, ALIMENTARI E DA SOSTANZE

Si intende per dipendenza una condizione patologica connessa alla reiterazione dell’uso di una sostanza (tossicodipendenza) oppure di un comportamento (dipendenza comportamentale), che implica la comparsa di tolleranza, craving ed astinenza e un’incapacità a interrompere l’uso o il comportamento, nonostante gli effetti negativi sulla salute, le difficoltà familiari e sociali e i problemi legali che ne possono derivare.

DISTURBI PSICOSOMATICI

Il termine psicosomatica fa riferimento ad una serie di malattie organiche nella cui eziologia e patogenesi è stata dimostrata la presenza di esperienze emozionali stressanti, fattori di personalità, e condizioni conflittuali di ordine psicologico. Tali fattori possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare. I disturbi psicosomatici vengono definiti anche malattie dell’adattamento, nel significato di un’inadeguatezza o di una rottura dei meccanismi fisiologici, psichici e comportamentali di risposta ad esperienze sgradevoli destabilizzanti.

Le “classiche” malattie psicosomatiche sono la artrite reumatoide, ipertensione essenziale, asma bronchiale, colite ulcerosa, gastrite, neurodermatite, ulcera duodenale, la dermatite atopica, psoriasi, tachicardia ecc.

I sintomi psicosomatici sono correlati neurovegetativi funzionali dei disturbi dell’umore, quali ad esempio la depressione, e dei disturbi d’ansia, che se protratti nel tempo, possono influire sugli stati organici e precipitare in stati di malattia.

IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni o compulsioni, che il soggetto critica e che vive come assurde e non congrue ma alle quali non riesce a sottrarsi, e che determinano una significativa interferenza col funzionamento quotidiano, lavorativo e sociale. Lo stato emotivo predominante è costituito da una mancata ansia e di paura che vengono alleviate solo se il soggetto si “abbandona” alle compulsioni, in tal modo il soggetto spesso pensa di riuscire anche a scongiurare un pericolo.

Per ossessione si intende una serie di idee, pensieri, impulsi o immagini che si intromettono nella psiche del soggetto, il quale le vive come intrusive ed egodistoniche; il loro contenuto è riferito come estraneo e sfugge al controllo del soggetto.

Per compulsione si intende una serie di comportamenti o pensieri ripetitivi il cui scopo è quello di ridurre l’ansia legata ad un evento o a una situazione temuta (per esempio i rituali di pulizia, di controllo, di ordine) con modalità non realistica ed eccessiva.

PROBLEMATICHE FAMILIARI, DI COPPIA E DI SEPARAZIONE

Affrontare una psicoterapia di coppia o familiare significa rivolgere l’attenzione sui pattern comportamentali e comunicativi disfunzionali. L’espressione della sofferenza può essere portata alla luce da entrambi i membri della coppia o da un componente della famiglia, che diviene il portatore del disagio dell’intero nucleo, dove ognuno tende a complicare le vicende relazionali cercando le risposte più giuste ai loro problemi. Tali fasi possono portare in ogni momento a vivere una situazione di disagio che potrebbe portare alla nascita di un disturbo familiare o alla rottura del legame della coppia attraverso la separazione.
Nell’incontro terapeutico si cerca di individuare non solo gli scambi interattivi e la “visione del mondo” portata dalla coppia o dalla famiglia e dai suoi singoli membri, cioè ciò che emerge da premesse concettuali, idee, fantasie, valori, emozioni, affetti che hanno un peso sostanziale nella costruzione della storia di ogni coppia o famiglia. È proprio su questa storia che il terapeuta interviene, non con l’intento di trasformarla, ma di rileggerla, insieme agli altri partecipanti, in maniera diversa. Inoltre, il terapeuta e la famiglia si impegnano nell’immaginare nuovi e possibili percorsi verso la soluzione di problemi che permetta ai familiari di considerare una gamma più ampia di possibili significati, per comprendere e affrontare gli eventi della loro vita verso una nuova immagine di sé o dell’evento critico.

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ

Il sostegno alla genitorialità è un percorso psicologico che aiuta a ripensare alla relazione genitori figli fin dal loro concepimento, fase della vita ricca di fantasie nella coppia sul futuro nascituro e sul ruolo che assumeranno come genitori.
L’intero nucleo famigliare è parte attiva nel costruire in maniera attiva la dinamica relazionale, dove in alcune fasi della vita possono verificarsi momenti critici legati alle autonomie o alle fasi della crescita famigliare.
La coppia genitoriale è continuamente chiamata ad abbandonare schemi non funzionali e rimodellarsi in favore di nuovi equilibri famigliari. Le persone coinvolte, allora, cercano di trovare nuovi modi per relazionarsi e per creare progressivamente una nuova stabilità.

SUPPORTO AL MALATO ONCOLOGICO E ALLA SUA FAMIGLIA

La diagnosi della malattia oncologica e il successivo decorso mettono profondamente in crisi il malato e il suo sistema familiare, alterandone gli equilibri e mettendola alla prova in ambito economico, organizzativo e soprattutto psicologico.
Ricevere una diagnosi di tumore rappresenta un evento di vita stressante e traumatico con cui un individuo si trova a doversi confrontare. La malattia oncologica investe la persona sul piano della propria identità, relazionale e sociale, esistenziale e spirituale.
Il supporto psicologico mira alla riduzione o al contenimento del disagio emozionale del paziente, a favorire lo sviluppo di modelli più adattivi di reazione alla malattia, all’aiutare il paziente e la famiglia a comprendere il significato della malattia e a integrarlo nella propria esperienza personale. È fondamentale incoraggiare il paziente ad esprimere i propri vissuti e i propri sentimenti, favorendo l’elaborazione del significato di eventi precedenti e attuali, migliorando la comunicazione tra il paziente e i membri della sua famiglia per affrontare l’incertezza del futuro mantenendo, per quanto possibile, i ritmi quotidiani e la serenità familiare.
Ai familiari del malato il supporto psicologico avviene durante il periodo di malattia del paziente e può proseguire dopo l’eventuale decesso del malato, fungendo da sostegno nel periodo di elaborazione del lutto.